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Acqua Potabile e Nuove Responsabilità

L'accesso a un approvvigionamento d'acqua sicuro e di qualità è fondamentale per il benessere umano e la salute pubblica. Nel contesto italiano, il Decreto Legislativo 18/2023 ha modificato la gestione dell'acqua potabile destinata all'uso umano, ridefinendo le responsabilità dei titolari delle attività e degli amministratori condominiali. Questo atto normativo non solo ha consolidato gli standard di sicurezza, ma ha anche imposto una nuova prospettiva sulla responsabilità, spingendo i gestori a adottare piani di autocontrollo più dettagliati e strategici.

In questa panoramica, esploreremo come il D.Lgs. 18/2023 abbia impattato la gestione dell'acqua potabile, con particolare attenzione al ruolo chiave svolto dagli amministratori condominiali nel garantire la qualità dell'acqua fino al punto di utilizzo nelle abitazioni.

L'Approvvigionamento delle Acque

L'approvvigionamento dell'acqua potabile è un processo complesso e cruciale per garantire la sicurezza e la qualità dell'acqua che giunge nelle nostre case. Il percorso inizia solitamente dalla raccolta da una sorgente d'acqua naturale, come un fiume, un lago o una falda acquifera dopodiché viene effettuato un primo trattamento per rimuovere impurità grossolane, sedimenti e altre particelle sospese.

Una volta trattata, l'acqua viene trasportata attraverso una rete di condutture e tubazioni. Le condutture possono essere di diversi tipi, come quelle interrate o aeree, a seconda della configurazione geografica e delle esigenze locali. Il trasporto avviene attraverso stazioni di pompaggio che assicurano il flusso continuo verso le destinazioni finali. Durante il trasporto, l'acqua può subire ulteriori trattamenti per garantire la massima qualità e quindi la massima sicurezza.

L'acqua trattata e sicura viene infine distribuita alle abitazioni attraverso una rete di tubazioni che collegano la rete idrica principale alle case e agli edifici. Ogni utenza domestica è dotata di un contatore per misurare il consumo individuale.

Il D.Lgs 18 del 2023 disciplina proprio queste acque che sono destinate all’uso umano.

Le Definizioni del Decreto

Di grande rilievo sono le definizioni del decreto al fine di comprendere correttamente gli attori responsabili della qualità delle acque. Per semplicità di trattazione riportiamo soltanto alcune delle definizioni.

È chiamato Gestore Idro-Potabile il gestore del servizio idrico integrato, ovvero chiunque fornisce a terzi acqua potabile attraverso una rete di distribuzione, cisterne fisse o mobili oppure attraverso impianti idrici autonomi. È considerato gestore idro-potabile anche chiunque confeziona per la distribuzione acqua potabile in bottiglie o altri contenitori.

È invece Gestore della Distribuzione Interna (GDI) il proprietario, il titolare o l’amministratore che sia responsabile del sistema di distribuzione delle acque interno a locali pubblici e privati. Nel caso quindi dei condomini, il GDI è identificato con la figura dell’Amministratore Condominiale.

Il Gestore Idro-Potabile pertanto consegna l’acqua fino al punto di consegna, ovvero il punto in cui la condotta di allacciamento idrico si collega all’impianto dell’utente finale, che è posto in corrispondenza del contatore. Il gestore è responsabile fino a questo punto salvo la documentata impossibilità di intervento su tratti di rete idrica ricadenti in proprietà privata.

È invece responsabilità del GDI e quindi dell’Amministratore Condominiale garantire che la qualità dell’acqua sia mantenuta dal punto di consegna fino al punto di utenza, ovvero il punto di uscita dell’acqua da cui si può attingere o utilizzare direttamente l’acqua (rubinetto).

In ultimo è importante definire le Attività Prioritarie, ovvero quelle attività per cui la qualità delle acque è essenziale. Queste sono in ordine di importanza:

A. Strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali in regime di ricovero;

B. Strutture sanitarie, socio-assistenziali non in regime di ricovero inclusi centri riabilitativi, ambulatoriali e odontoiatrici;

C.  

a.   Strutture ricettive alberghiere, istituti penitenziari, navi, stazioni, aeroporti;

b.  Ristorazione pubblica e collettiva, incluse mense aziendali (pubbliche e private) e scolastiche;

D. Caserme, istituti penitenziari, istituti d’istruzione dotati di strutture sportive, campeggi, palestre e centri sportivi, fitness e benessere (SPA e wellness), altre strutture ad uso collettivo (ad es. stabilimenti balenari).

Le responsabilità dell'Amministratore Condominiale (GDI)

Scendendo nei dettagli, il Gestore del Servizio Idrico (GDI), in conformità all'articolo 5, comma 3 del Decreto Legislativo 18/2023, è tenuto ad assicurare che i valori di parametro indicati nell'allegato I, parti A e B, rispettati al punto di consegna, siano mantenuti fino al punto di utilizzo all'interno dei locali pubblici e privati.

In particolare, nei casi di edifici e locali prioritari, il GDI deve condurre una valutazione e gestione del rischio relativi ai sistemi interni di distribuzione idrica. A tal proposito, l'Amministratore Condominiale assume la responsabilità di garantire la qualità dell'acqua fino al rubinetto delle unità abitative condominiali. Tale responsabilità si concretizza attraverso campionamenti periodici delle acque, con la successiva determinazione dei parametri richiesti affidata a un laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche certificato.

Qualora i valori dei parametri microbiologici e chimico-fisici superino i limiti consentiti, il GDI deve prima di tutto impedire l'utilizzo e consumo dell'acqua, applicando successivamente le dovute misure correttive.

L’autocontrollo: il nostro parere

Il decreto conferisce quindi al Gestore del Servizio Idrico (GDI) la responsabilità di garantire la conformità dei valori di parametro dall'origine al punto di utilizzo all'interno di locali pubblici e privati, senza però specificare una periodicità obbligatoria per i controlli dei condomini che non ospitano attività prioritarie.

Per adempiere a questa responsabilità, il GDI deve implementare un piano autonomo di autocontrollo. Tale piano si basa su una valutazione iniziale completa, che include la totalità dei parametri indicati nell'allegato I, parti A e B, del decreto. Questo primo campionamento fornisce una panoramica dettagliata della qualità dell'acqua fornita.

Successivamente, si potrebbe suggerire di considerare una strategia di ottimizzazione, eliminando quei parametri che con certezza non possono essere riscontrati oltre il punto di consegna del gestore idro-potabile, senza compromettere la sicurezza dell'acqua fornita agli utenti finali. Tale metodologia deve essere valutata assieme ad un esperto del settore al fine di garantire la tutela ed un ottimo economico per l'amministrazione.

Questa flessibilità nella progettazione del piano di autocontrollo consentirebbe al GDI di adattare il monitoraggio in base alle specifiche esigenze locali e di semplificare il processo di verifica senza compromettere gli standard di qualità.

Edifici che Ospitano Attività Prioritarie

Nel contesto degli edifici con attività prioritarie, il D.Lgs. 18/2023 impone al Gestore del Servizio Idrico (GDI) l'obbligo di effettuare una valutazione e gestione dei rischi relativi alle acque destinate al consumo umano. Questa valutazione deve andare oltre la mera analisi dei parametri delle parti A e B dell'allegato I e includere specificamente l'attenzione ai parametri della parte D dello stesso allegato.

La complessità di questa responsabilità sottolinea l'importanza di coinvolgere professionisti competenti e affidabili nella progettazione e implementazione di un efficace piano di autocontrollo. In questo contesto, rivolgersi a professionisti del settore diventa essenziale per assicurare una valutazione accurata e una gestione efficace dei rischi associati alla qualità dell'acqua.

In particolare, il Gestore del Servizio Idrico deve adottare misure di prevenzione e correzione proporzionate al rischio identificato, al fine di garantire il mantenimento o il ripristino della qualità delle acque. In questa delicata fase, la consulenza di esperti del settore diventa cruciale per orientare le decisioni e le azioni intraprese.

A sostegno di queste iniziative, l'Istituto Superiore di Sanità ha elaborato Linee guida nazionali per l'implementazione dei Piani di Sicurezza dell'Acqua (PSA), un documento che delinea chiaramente tutti gli step necessari per lo sviluppo di un PSA. La consulenza di professionisti competenti rappresenta un'ancora di sicurezza per il GDI nell'implementare queste linee guida e garantire la massima sicurezza nella gestione delle risorse idriche destinate al consumo umano.


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